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Il flop del Superbonus: chi rischia di dover restituire il 110%

Il flop del Superbonus: chi rischia di dover restituire il 110%

  • 21 Giu 2022

Doveva cambiare il volto dell'edilizia in Italia. Ma i fondi che il governo ha destinato al Superbonus 110% difatti sono già finiti. E non solo quelli delle risorse dedicate al maxi-incentivo per quest’anno, ma anche quelli che dovrebbero coprire il piano fino al 2036. Lo conferma l'ultimo rapporto dell’ENEA, in base al quale è risultato che il valore totale delle detrazioni a carico dello Stato ha già raggiunto la soglia di oltre 33,7 miliardi di euro, su un totale di 33,3 miliardi di euro che erano stati destinati al Superbonus. E qui arriva il punto più critico: nonostante lo stanziamento previsto sia già stato superato, la possibilità di chiedere il Superbonus, invece, è ancora valida: questo vuol dire che l’agevolazione dovrà probabilmente essere rivista e rifinanziata. Per questi motivi, tantissimi cantieri sono fermi. Il team Dossier di RomaToday in una inchiesta a firma di Filippo Poltronieri ha rivelato i veri numeri sommersi del flop del Superbonus: nel Lazio solo il 64,3% delle asseverazioni approvate ha portato alla realizzazione effettiva dei lavori, una percentuale di completamento tra le più basse d’Italia (seconda solo alla Campania con il 62,5%).

Stretta sui furbetti, rallentamenti sui cantieri

Complice la tardiva preoccupazione di truffe che si sono annidate nei bonus più semplici da ottenere (quelli dove non era inizialmente necessaria l’asseverazione dei lavori), sono aumentati i controlli della Guardia di Finanza. Ma ora, oltre ai cantieri bloccati, ci sono quelli che rischiano proprio di non partire. “Ci sono condomini dove sono stati approvati studi di fattibilità, progetti esecutivi costosi, fino a 300mila euro di spese sostenuti dagli inquilini, e la ditta non riesce più a fare sconto in fattura perché il credito è stato bloccato”, spiega a Dossier Roberto Catucci, avvocato esperto in materia condominiale. “Sconto in fattura significa cessione del credito. Difficilmente trovi un’impresa che riesce ad applicarlo con le proprie sostanze, le imprese avevano fatto i propri conti sulla base delle leggi emesse dal Parlamento: lo Stato non può dire ecco la marmellata e poi, di colpo, chiudere a chiave la credenza”, conclude Catucci.

Rischio recessione

Alcune modifiche del Superbonus, come l’introduzione dell’attestazione SOA per lavori oltre i 516mila euro, a partire dal 1 gennaio 2023, erano state volute fortemente anche dalle associazioni di settore come Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili. Dopo un anno in cui l’edilizia e il mercato immobiliare privato hanno fatto registrare una forte crescita - 75.500 compravendite nel Lazio nel 2021, + 19.278 rispetto al 2020 - il settore rischia di essere investito da una crisi senza precedenti.

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